È venerdì sera, fuori fa freddo e piove. Manca la voglia di uscire, ma non quella di gustare qualche buona pietanza cucinata ad arte da uno chef professionista. Nessun problema: sono ormai diversi i servizi che consentono a quasi un italiano su due di consumare cibo preparato al ristorante mentre resta comodamente seduto sul proprio divano.
È la magia del Food Delivery, ovvero della consegna a domicilio di piatti pronti acquistati online: un mercato che nel 2019 cresce del 56% rispetto all’anno precedente e che raggiunge un giro d’affari pari a 566 milioni di euro. Un’ottima performance che rivela allo stesso tempo problemi e opportunità di un intero settore, quello del Food&Grocery online, che fa bene sfiorando gli 1,6 miliardi di euro e segnando una crescita del 39%, ma allo stesso tempo conferma la sua marginale incidenza sul totale dell’eCommerce B2C italiano pari a 31,5 miliardi di euro (Fonte: Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano).
È uno strano paradosso: in Italia il cibo non è solo nutrimento, piacere della tavola, convivialità. Qui da noi il cibo contribuisce a definire l’identità stessa di una nazione e perfino lo stato di salute della sua economia, in quanto prima voce del paniere ISTAT. Resta tema centrale di una società che cambia rapidamente, profondamente influenzata (nel bene e nel male) dalla progressiva adozione di Internet e dei social network, sempre più abituata a fruire contenuti digitali (ad esempio tramite servizi come Spotify o Netflix) e acquistare prodotti via internet e che, tuttavia, è ancora molto indietro nell’acquisto di generi alimentari online. E questo nonostante l’ampia diffusione di smartphone, connessioni internet e conti bancari online.
Qualcosa tuttavia si sta muovendo: la già citata crescita del Food&Grocery online, oltre che al buon successo del Food Delivery, si deve anche agli ottimi risultati delle altre due voci principali che compongono l’Alimentare online, ovvero il Grocery Alimentare e l’Enogastronomia. La prima voce concerne tutto quanto è relativo a fare la spesa online, sia tramite nuovi servizi offerti da supermercati tradizionali come Esselunga e Auchan, sia tramite gli strumenti approntati da aziende tech come Amazon Prime Now o Supermercato24. Qui una crescita del 45% e un valore pari 476 milioni di euro suggeriscono un interesse crescente da parte degli italiani, pur ricordando che c’è ancora molta strada da fare. Lo stesso vale per l’Enogastronomia, che segna un valore di 383 milioni e un più 24%.
In totale, il Food&Grocery online (89% Alimentare e 11% Healthcare) rappresenta il 4% dell’eCommerce italiano, che a sua volta è appena il 7% dell’intero retail market. In altre parole, i margini di crescita sono enormi, così come enorme è lo spazio per innovare: quando il digitale si “siede a tavola”, a cambiare è infatti ogni aspetto del cosiddetto customer journey, lungo il quale l’utente individua il prodotto desiderato, lo acquista e, infine, lo riceve a casa.
Ognuna di queste fasi è e sarà oggetto di una rivoluzione digitale profonda, sostenuta dal moltiplicarsi di servizi e piattaforme online, potenziata e ottimizzata dal crescente impiego di tecnologie come l’intelligenza artificiale e la blockchain, semplificata da un numero sempre maggiore di app dedicate.
Siamo agli inizi di una trasformazione che impatta tutto, dalla filiera produttiva ai modelli di business passando per ogni aspetto della logistica.
Una rivoluzione che promette di dare nuova linfa a un intero, fondamentale settore della nostra economia, ma solo a patto che le aziende italiane si impegnino a investire seriamente nell’adozione delle nuove tecnologie, nel loro aggiornamento e, soprattutto, nella formazione delle necessarie competenze.
È la magia del Food Delivery, ovvero della consegna a domicilio di piatti pronti acquistati online: un mercato che nel 2019 cresce del 56% rispetto all’anno precedente e che raggiunge un giro d’affari pari a 566 milioni di euro. Un’ottima performance che rivela allo stesso tempo problemi e opportunità di un intero settore, quello del Food&Grocery online, che fa bene sfiorando gli 1,6 miliardi di euro e segnando una crescita del 39%, ma allo stesso tempo conferma la sua marginale incidenza sul totale dell’eCommerce B2C italiano pari a 31,5 miliardi di euro (Fonte: Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano).
È uno strano paradosso: in Italia il cibo non è solo nutrimento, piacere della tavola, convivialità. Qui da noi il cibo contribuisce a definire l’identità stessa di una nazione e perfino lo stato di salute della sua economia, in quanto prima voce del paniere ISTAT. Resta tema centrale di una società che cambia rapidamente, profondamente influenzata (nel bene e nel male) dalla progressiva adozione di Internet e dei social network, sempre più abituata a fruire contenuti digitali (ad esempio tramite servizi come Spotify o Netflix) e acquistare prodotti via internet e che, tuttavia, è ancora molto indietro nell’acquisto di generi alimentari online. E questo nonostante l’ampia diffusione di smartphone, connessioni internet e conti bancari online.
Qualcosa tuttavia si sta muovendo: la già citata crescita del Food&Grocery online, oltre che al buon successo del Food Delivery, si deve anche agli ottimi risultati delle altre due voci principali che compongono l’Alimentare online, ovvero il Grocery Alimentare e l’Enogastronomia. La prima voce concerne tutto quanto è relativo a fare la spesa online, sia tramite nuovi servizi offerti da supermercati tradizionali come Esselunga e Auchan, sia tramite gli strumenti approntati da aziende tech come Amazon Prime Now o Supermercato24. Qui una crescita del 45% e un valore pari 476 milioni di euro suggeriscono un interesse crescente da parte degli italiani, pur ricordando che c’è ancora molta strada da fare. Lo stesso vale per l’Enogastronomia, che segna un valore di 383 milioni e un più 24%.
In totale, il Food&Grocery online (89% Alimentare e 11% Healthcare) rappresenta il 4% dell’eCommerce italiano, che a sua volta è appena il 7% dell’intero retail market. In altre parole, i margini di crescita sono enormi, così come enorme è lo spazio per innovare: quando il digitale si “siede a tavola”, a cambiare è infatti ogni aspetto del cosiddetto customer journey, lungo il quale l’utente individua il prodotto desiderato, lo acquista e, infine, lo riceve a casa.
Ognuna di queste fasi è e sarà oggetto di una rivoluzione digitale profonda, sostenuta dal moltiplicarsi di servizi e piattaforme online, potenziata e ottimizzata dal crescente impiego di tecnologie come l’intelligenza artificiale e la blockchain, semplificata da un numero sempre maggiore di app dedicate.
Siamo agli inizi di una trasformazione che impatta tutto, dalla filiera produttiva ai modelli di business passando per ogni aspetto della logistica.
Una rivoluzione che promette di dare nuova linfa a un intero, fondamentale settore della nostra economia, ma solo a patto che le aziende italiane si impegnino a investire seriamente nell’adozione delle nuove tecnologie, nel loro aggiornamento e, soprattutto, nella formazione delle necessarie competenze.